Tra vigne e giacobini

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Nel dicembre 1798 Ferdinando Ayroldi, rampollo di una delle più nobili famiglie di Ostuni, torna a casa dopo la laurea in legge a Napoli, sognando oltre l’avvocatura di sistemarsi nella sua residenza di campagna per occuparsi di olive e di vendemmia, di far legna nel bosco e andare a caccia col suo schioppo.

Ma due mesi dopo, scoppiata la Rivoluzione napoletana e poi subito la reazione sanfedista, il popolaccio ostunese sobillato dal clero e dai filoborbonici cattura e uccide suo padre Giuseppe, capo della fazione giacobina che appoggia la Repubblica.

Iniziano così una serie di peripezie che Ferdinando registra nel suo diario, e che lo vedranno in fuga mulinare nel gorgo dei suoi agitatissimi tempi – tra eroi rivoluzionari e generali francesi, commissario di polizia a Napoli e prigioniero a Monopoli, contadino a Marsiglia e ufficiale napoleonico a Milano – per riuscire infine ad arenarsi di nuovo felicemente in Ostuni, da sereno gentleman farmer; che tra vigne e giacobini sceglie il tranquillo respiro dei suoi campi.

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